Le ho contate: sono stata in Irlanda sette volte nella vita, compreso un anno accademico di Erasmus a Cork, una vacanza studio e un paio di Interrail. Lo scorso anno sono riuscita a portare con me la famiglia per una manciata di giorni, risultato: tutti ovviamente innamorati di questa terra meravigliosa e magica e dei suoi abitanti. Quindi quest’anno abbiamo deciso di passare una settimana a Dublino a giugno, con scuola d’inglese per quella piccola e cazzeggio per noi.
Sul mio blog di vino, cibo e viaggi trovate tutti i consigli: cosa vedere, fare, bere e mangiare.
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Carlo Cracco, il manzo di Kobe e le mie interviste
La serata Carni dal mondo è stata l’occasione di rivedere Carlo Cracco. E di ricordare tutte le interviste, gli incontri e le prestazioni che mi sono capitati con lui. Anche in tempi non sospetti, molto prima di Masterchef: diciamo circa una decina di anni fa. Ed è stato sempre interessante e divertente.
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Perché bisogna raccontare il vino e non solo versarlo
Cerco di degustare il più possibile, a casa e fuori, di partecipare ai tanti eventi che vengono organizzati da AIS e da altre realtà. E mi sento di dare qualche consiglio di produttori che partecipano alle degustazioni presentando i loro vini. Un banco di degustazione, per non professionisti o per professionisti di poca esperienza come me, può diventare un caos in cui, dopo tre o quattro assaggi, tutto si confonde: etichette, annate, tecniche. Lavorare bene sui social network e sulla comunicazione digitale è importante, certo, e pochi ancora lo fanno, soprattutto in Italia. Ma è importantissimo trasmettere qualcosa una volta che vi trovate le persone di fronte.
Alla fine, restano le persone. Il produttore che ti sa raccontare un aneddoto sul suo vino, la sua vigna. Quello che dopo quattro ore al banco ancora non è stanco di ripetere la storia della sua azienda e spiegarti perché quel vino è così diverso da quell’altro, anche se è ottenuto da vigne a pochi chilometri.
Parole Ostili: è colpa di qualcun altro
Un pezzo per Parole Ostili, evento a Trieste il 17 e 18 febbraio, organizzato da chi ha a cuore le parole e il linguaggio. Con un pensiero per Francesca Del Rosso, giornalista e scrittrice che non c’è più.
Quando gli amici di Parole Ostili mi hanno chiesto di scrivere qualcosa sulle mie, di parole ostili, mi è sembrato quasi troppo facile. Perché ognuno ha le sue idiosincrasie; nel mio caso, tante. Ci sono le parole inglesi montate su desinenze italiane (brieffare, skillato). Ci sono i gerghi burocratici, del marketing, delle aziende, che farebbero salire brividi sulla spina dorsale di Calvino (se oggi diciamo obliterare il biglietto, povero Italo, quanto hai parlato e scritto invano sull’antilingua). Ma siccome una delle mie qualifiche è quella di giornalista, per me ci sono soprattutto le aberrazioni dei titoli, degli articoli. Ci sono i velivoli, le vetture, i “gialli”, le splendide cornici di mille servizi delle sedi Rai regionali. Fastidiosi, ma in fondo innocui. Ci sono le espressioni molto meno innocue: lo stupro del branco, l’odio del web, la montagna killer, la strada assassina. Molto meno innocue perché deresponsabilizzano. Se è il branco a stuprare, non siamo noi.
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Così Harry Potter ha formato i nuovi lettori
Sta per uscire l’ottavo libro della saga di Harry Potter, La maledizione dell’erede. E una ricerca ci rivela come le avventure del maghetto abbiano cambiato tanti ragazzi, che oggi sono diventati giovani adulti aperti e leali
Se siete genitori di un adolescente, probabilmente l’avete vissuta anche voi. Quella fase della della vita, la Harry Potter mania, che faceva contare i giorni per l’uscita del nuovo volume della saga (e poi, del film) e che vi faceva intravedere vostro figlio solo a tratti, seminascosto dietro a un tomo da centinaia di pagine. A me è capitato la scorsa estate: mia figlia non ha vissuto l’esplosione delle storie del maghetto in tempo reale perché troppo piccola, ma ne è rimasta ugualmente affascinata non appena ha avuto l’età. Cosa che mi ha fatto riflettere sulla durata del successo di Harry Potter negli anni, successo che spesso lo ha fatto definire come un nuovo classico.
In uscita l’ottavo volume della saga
Adesso, grazie a una ricerca Doxa commissionata da Salani, editore italiano di Harry Potter, per la quale sono stati intervistati 615 giovani tra i 18 e i 30 anni e 1.689 ragazzi tra i 5 e i 13 anni, sappiamo anche qual è stato (e qual è) l’impatto del maghetto sui giovani lettori.
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