E’ uscito ai primi di giugno Il mio piatto forte di Elena Loewenthal, scrittrice e traduttrice con la passione per la cucina. E ricorda, già dal sottotitolo – la cucina ai tempi di Facebook – l’apporto che i social media hanno dato a questa raccolta di ricette. Il libro nasce infatti anche grazie alle vivaci conversazioni su internet che seguivano puntualmente ogni ricetta o suggerimento culinario postato dalla Loewenthal sulla sua pagina facebook e sono arricchite dai consigli dei lettori; un vero work in progress tipico della comunicazione sul web.
Come mai nasce questa passione per il social media di Zuckerberg?
Confesso: mi sono iscritta tempo fa per spiare i miei figli! Poi però ho capito che era molto più divertente interagire con le persone della mia età. E’ diventato una pausa piacevole nelle mie giornate di lavoro davanti al computer, così come cucinare è una passione che mi permette di tornare alle attività reali, manuali, dopo tante ore immersa nelle parole. Ho pensato di mettere insieme queste due attività per me piacevoli, e ho visto che c’era molto interesse.
In effetti il food è uno degli argomenti più dibattuti in rete
Sì, e alcuni suggerimenti che trovate nel libro sono dovuti proprio ai commenti dei lettori; è come attingere a un enorme archivio di tradizioni. D’altro canto, la cucina è un fatto sociale, ovvio che funzioni sul web
Lei ha tre figli, suo marito sei; immagino che cucinare sia anche un’esigenza familiare
Sì, anche se ormai sono tutti grandi e vivono da soli, per me la cucina è un esercizio di maternità. E di accoglienza.
Una vera tradizione di famiglia?
Sì; conservo ancora il quaderno di ricette scritto a mano da mia nonna. E mia mamma mi ha sempre tenuta in cucina con lei, all’inizio a fare i lavori più odiosi, come imburrare le teglie: per questo oggi adoro la carta da forno!
Segue i programmi di cucina in tv?
Ne guardo molti, ma con qualche perplessità. Inizio a essere insofferente verso la cucina troppo leccata, omologata; tutti i piatti sembrano uguali, con il filo di foglia cipollina, lo schizzetto di salsa… Non ne posso più del verbo “impiattare”. Intendiamoci, ammiro moltissimo il genio di un Ferran Adrià, quello che non mi piace sono le schiere di imitatori senza originalità.
Quali sono le sue influenze ai fornelli?
Mi piacciono i piatti della tradizione, quelli veri, robusti. Nelle ricette c’è qualche piatto ebraico, ma per il resto si tratta di piatti della domenica, che necessitano di lunghe cotture. Cucino anche piatti esotici, amo la cucina cinese ad esempio: ma questa volta mi sono concentrata sui sapori che mettono d’accordo tutti: gli arrosti, le lasagne. Con quelli non sbagli mai.
I consigli più interessanti dati dagli amici di facebook a Elena Loewenthal sulle sue ricette
Acciughe marinate: Usare l’aceto giapponese al posto di quello normale. “Cuoce” ugualmente bene il pesce ma ne rispetta di più il sapore e la delicatezza.
Polpettine: Difficile trovare il coriandolo fresco? E’ una delle aromatiche che cresce più facilmente in vaso. Procuratevi dei semini, piantateli e avrete sempre la scorta.
Caponata: Se utilizzerete lo zucchero di canna, diventerà ancora più cremosa e saporita.
Hummus: Per chi non soffre di favismo: preparatelo con metà ceci e metà fave, come lo fanno in Egitto.
Zabaione: Ottimo se servito con i biscotti pasquali, senza lievito (ricetta nel libro).
(Intervista pubblicata su Grazia n° 25 del 12/06/12)
L'antipatica/The unpleasant says
Io ho da sempre un’ammirazione sconfinata per la Loewenthal, di cui ho letto un po’ e che secondo me ha una penna stupenda. Non ho dubbi che anche questo suo libro sia all’altezza di tutto quanto ha già pubblicato. Tuttavia non condivido l’ammirazione per Ferran Adrià, le cui creazioni invece sono molto sospette.
blimunda says
Sì, capisco la perplessità, ma credo lei citasse Adrià come grande innovatore, cosa che in effetti è stato, in confronto alla marea di suoi epigoni che l’hanno imitato male.