Quindi, il mio istinto ogni tanto ci azzecca. Adoro i pistacchi da sempre, come ben sa chi legge questo blog o chi cena da me. Tanto da aver dedicato ai miei adorati frutti verdi un intero menu. Fra l’altro, l’ossessione per il pistacchio non arriva da tradizioni familiari (come quella per il pesto o i pinoli); nessuno li ama particolarmente nella mia famiglia, nessuno li ha mai usati per cucinare. Certo, sapevo già che, come tutta la frutta secca, “fanno bene” per un imprecisato numero di cose. Oggi però, durante la presentazione degli American Pistachios, coltivati in California (lo stato produce il 98% del pistacchio americano), ne ho avuto la certezza. Dunque, i pistacchi, fra le altre cose, fanno bene all’apparato cardiovascolare, nella patologia metabolica, aiutano in casi di diabete, a controllare il peso, sono ottimi contro colesterolo e ipertensione. Il mio corpo è un genio: sa tutto. Del perché mi conduca anche verso vino bianco, salumi e formaggi stagionati, ne parliamo un’altra volta.
Comunque Cesare Berra, responsabile del servizio di Diabetologia dell’Humanitas, ha spiegato che:
Il consumo di frutta secca aiuta nella gestione del rischio cardiovascolare, grazie al suo contenuto di acidi grassi polinsaturi e – nei pistacchi in particolare – anche di elementi antiossidanti, vitamine, minerali e fibre oltre che oligoelementi come magnesio e selenio, che intervengono nel ridurre il fenomeno di insulino-resistenza, cardine dello sviluppo della patologia metabolica.
Mentre Nicola Sorrentino, medico e specialista in Scienze dell’alimentazione, oltre ad averci detto cose meravigliose come: “Non è la pasta che fa ingrassare, è la quantità (ehm) e il condimento” e anche: “Il burro crudo si può mangiare; è cotto e soffritto che fa male”, ha aggiunto:
Una porzione da 30 grammi di pistacchi (circa 49 unità) apporta soltanto 160 calorie ed è ricca in proteine (oltre il 20% del peso). La frazione lipidica, circa il 50%, è costituita da acidi grassi benefici senza traccia di colesterolo. L’elevata percentuale di questi “grassi sani” apporta un’azione protettiva nelle malattie cardiovascolari e nel diabete nonché un benefico effetto sui parametri metabolici quali colesterolo, trigliceridi e glicemia. Nei pistacchi è inoltre presente la Vitamina E, antiossidante fondamentale per la stabilità delle nostre membrane cellulari. Infine, i pistacchi contengono buone quantità di sali minerali tra cui potassio, ferro, calcio, cromo e magnesio.
Nel frattempo, lo chef Daniel Canzian dell’omonimo ristorante Daniel, dove eravamo per la presentazione, ha preparato alcuni piatti a base di pistacchio. Qui vedete gli appetizers: frolla di parmigiano (una frolla salata in cui a parte della farina è stato sostituito il parmigiano) con crema di pistacchi e chiacchiere salate con pesto di pistacchi. A breve scrivo le altre due (favolose) ricette: spaghetti cacio, pepe e pistacchi e polpo con puntarelle e pesto di pistacchi. Molto buone, ipocaloriche e con pochi grassi. W il pistacchio sempre.
Sergio dice
A proposito di pistacchi… perché non quelli di Bronte, rinomatissimi e speciali? Forse un pizzico di “nazionalismo” non guasta. 🙂 Con simpatia, Sergio Da Lugano