Settembre, nuovo inizio, vero Capodanno, un po’ di tristezza per quanto mi riguarda nel vedere le giornate che si accorciano e nell’avvertire la fine dell’estate nell’aria, ma anche molta voglia di cose nuove, di studiare, di migliorare (nella mia lista: riprendere lo yoga, un corso di spagnolo che inizierà a breve, corsi di perfezionamento per sommelier).
Se state pensando di fare qualcosa anche voi e vi interessa usare meglio i social media per il vostro lavoro, per costruire o rafforzare la vostra immagine professionale, vi segnalo i miei prossimi due corsi sull’argomento:
- A Milano, 29 settembre, intera giornata, presso Primopiano, corso di Social Media Management. Adatto a chi usa già i social ma non in modo strategico e vuole approfondire modalità, best practices, utilizzo nel campo dell’informazione. Il corso è infatti focalizzato su ricerca, produce e condivide contenuti online e, se sei giornalista, offre 8 crediti (iscrizione sulla piattaforma Sigef).
- A Bologna, 17 ottobre, intera giornata, presso Digital Update, corso di Social Media Marketing. Perfetto se stai pensando di usare i social per la tua attività professionale, se già li stai usando ma non ottieni i risultati sperati o ti sembra di perdere tempo, se vuoi capire quali sono i contenuti che funzionano di più per la tua attività e come pianificarli al meglio. Anche qui, ci sono 8 posti disponibili a prezzo scontato, non dite che non ve l’avevo detto!
Ora, visto che la mia prima lezione di “digitale” in aula risale al 2009 e posso dire di aver accumulato molta esperienza, centinaia di allievi e di aver creato decine di corsi diversi che si sono evoluti con l’evolversi di strumenti e piattaforme, vi lascio con qualche piccolo consiglio per scegliere e pianificare una formazione aziendale – digitale e non – che funzioni davvero.
5 regole per scegliere una formazione aziendale che funzioni
1. Va progettata ad hoc
Raramente ci stanno bene i vestiti degli altri; perché dovrebbe funzionare con la formazione? Assicuratevi di comunicare chiaramente al formatore le esigenze aziendali; condividete tutte le informazioni necessarie e l’obiettivo finale. Diffidate quindi da un formatore che non vi fa domande o ve ne fa molto poche. La mia esperienza personale mi dice che più la formazione è tagliata su misura, più viene accettata e condivisa, più è efficace. Certo, questo vuol dire per il formatore, ossia in questo caso per me, progettare praticamente da zero ogni intervento; ma altrimenti, sai che noia!
2. Deve adattarsi al livello dell’aula
Quattro, cinque anni fa o anche di più, le sessioni di formazione urbi et orbi – grandi aule il cui obiettivo era ottenere un’infarinatura generale su strumenti e modalità di utilizzo – potevano ancora funzionare. Oggi il livello medio in azienda di conoscenza degli strumenti digitali e social è indubbiamente cresciuto; c’è ancora molto lavoro da fare, certo, ma nella maggior parte dei casi i dipendenti hanno una competenza almeno di base sull’argomento. Per cui, meglio spendere un po’ di tempo segmentando l’intervento di formazione e suddividendolo in almeno due livelli, base e avanzato, altrimenti si corre il rischio di annoiare metà della classe e di confondere irrimediabilmente l’altra metà. Il problema? Trovare il modo per assegnare i livelli, perché l’autovalutazione spesso mente. Ma un buon capo, uno che conosce le persone con chi lavora, dovrebbe saperlo.
3. Devono partecipare anche i capi
Per un capo non c’è modo migliore per chiarire l’importanza della formazione che partecipare in prima persona. Certo, magari non potrà seguire tutto il percorso; ma un’introduzione e qualche ora di presenza in aula chiariscono a tutti che si sta facendo sul serio. Non c’è mai tempo? Non è vero: ho avuto impegnatissimi direttori di quotidiani e AD di grandi agenzie in aula dal primo minuto all’ultimo. È l’unico modo per spiegare a tutti che la formazione non è un male necessario, ma un’occasione per crescere.
4. Devono esserci esercitazioni reali
Bla, bla, bla. Dopo qualche ora di sola teoria, non importa quanto sei bravo, quanto vari il volume della voce o racconti aneddoti divertenti, alla fine ti annoi da solo, figurati chi ti sta ascoltando. Il momento dell’esercitazione quindi è fondamentale per mettere in pratica subito le nozioni appena ascoltate e per capire come utilizzarle poi nella vita lavorativa. Personalmente, sono allergica alla fuffa e mi piacciono le cose concrete, per cui quando posso, faccio lavorare l’aula sempre su casi e clienti veri. O almeno verosimili.
5 Una volta fatta va messa in pratica
Se la formazione funziona, in aula va tutto benissimo; c’è partecipazione, interesse e le esercitazioni diventano dei piccoli capolavori. Poi la settimana dopo, tutti tornano alla routine quotidiana e al mantra del ‘non ho tempo’. Il formatore può poco se in azienda non si sviluppano flussi di lavoro che prevedano l’utilizzo del digitale e degli strumenti social trasversalmente, al di fuori del ‘Social media team’, che altrimenti rischia di diventare un collo di bottiglia. Il segreto è far diventare il digitale parte della nostra vita, professionale e non. Altrimenti il momento in aula resterà una parentesi magari interessante, ma scollegata dal lavoro di tutti i giorni.
5 bis, per chi frequenta un corso di formazione: sfruttatelo
Extra bonus: la vostra azienda ha deciso di pagarvi un corso di formazione. Non è automatico, non è scontato, non è obbligatorio. Per cui, non buttatelo via. Che siano due ore o dieci sessioni, cercate di ascoltare il più possibile, di fare domande, di imparare qualcosa. O, se siete già bravissimi, di ripassare. Non lo dico per me che sono dall’altra parte; come diceva una mia professoressa, quelle cose le so già e se non volete ascoltarmi non è piacevole, certo, ma me ne farò una ragione. Lo dico perché buttare via del tempo facendo muro contro muro è sciocco e inutile. E secondo me qualcosa da imparare ad ascoltare c’è sempre.
Buon nuovo inizio a tutti.
(Ringrazio per la foto gli amici di Inspiring Pr)