Momento autoreferenziale: Carlo Cracco fu il primo grande chef che intervistai quando inizia a scrivere di food per Grazia. Fu un bellissimo momento professionale: dopo di lui, fra gli altri, ho avuto il piacere di incontrare Bruno Barbieri, Gordon Ramsay e Antonino Cannavacciuolo. Lavoravo con una fotografa bravissima, Stefania Sainaghi (a proposito, cara Stefania, quando rifacciamo qualcosa insieme? E a proposito due, ho scandagliato Pc vecchissimi alla ricerca di quelle foto che mi hai scattato nel ristorante Cracco-Peck, ma non le ho trovate. Non è che per caso tu hai ancora l’archivio di, ehm, circa 10 anni fa? Credo che il servizio fosse questo).
Era un Cracco molto diverso da oggi: prima di Masterchef, del cambio di look, della fama nazionale. Mi raccontò di quanto amasse viaggiare e di quanto lo avesse colpito il Brasile, sia come paesaggio che come gusti e sapori. Del fatto che non sentisse mai la fatica, perché il suo lavoro era essenzialmente passione. Una cosa però aveva in comune con il Cracco di oggi: la gentilezza. Forse per chi confonde il personaggio tv con la persona può sembrare strano; ma io l’ho incontrato diverse volte, per interviste, per presentare i suoi libri, per gli show cooking: non l’ho mai visto altro che cortese e paziente nel spiegare a chiunque, più volte, come andava fatto quel particolare passaggio di una sua ricetta, o nel rispondere per l’ennesima volta alle solite domande. Un po’ ruvido, forse; ma io sono di Genova, per cui la ruvidezza a quel livello neanche la percepisco, probabilmente.
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Spezzatino alla Guinness: ricette fra Halloween e l’Irlanda
Chi mi conosce sa quanto io ami Halloween. Mi mette allegria e mi fa tornare a quei beati periodi in cui vivevo in paesi anglosassoni. Negli ultimi anni sta prendendo piede anche qui, con ovvia coda di polemiche inutili, per cui sono molto felice. L’anno scorso vi ho dato la ricetta della crema di zucca. Quest’anno (in ritardo, ma potete prepararlo quando volete) ho deciso di tornare in Irlanda, anche se solo in cucina. La “colpa” è stata di chi si occupa delle Pr per l’Irish Food Board in Italia, che mi ha stuzzicato mandandomi una bellissima ricetta (non quella dello spezzatino, un’altra, che magari condividerò). Mi hanno fatto venire voglia di carne irlandese e soprattutto di spezzatino alla Guinness, avete presente? Ecco. Sono andata a cercare dell’ottima carne irlandese e poi, online, la ricetta. Perché quando vivevo in Irlanda, mica cucinavo. Mangiavo solo (beati periodi l’ho già detto, per caso?).
La ricetta, dunque. Quella della Guinness Storehouse ha il video ma mi sembrava un po’ esigua. Così sono andata sul sicuro copiando quella di Giallozafferano (con le ricette di Sonia non sbagli mai).
È un piatto semplice da preparare, solo un po’ laborioso nella fase iniziale, ma quando avete finito di rosolare la carne e avete trasferito tutti gli ingredienti nella casseruola, tutto ciò che vi serve è un paio d’ore di tempo. Nelle quali, peraltro, non dovete fare niente, solo mescolare ogni tanto.
Come nelle migliori tradizioni da pub, ho servito lo spezzatino (che è venuto buonissimo: cremoso e profumato) su un letto di mashed potatoes, ma siccome voglio sfruttare la zucca finché c’è, l’ho accompagnato anche da un po’ di zucca al forno, fatta così:
– zucca a cubetti, quanta ne volete o quanta ce ne sta in forno
– sale e olio qb
– 2 rametti di rosmarino
– 1 spicchio d’aglio
– granella di pistacchio (sì, questo è il mio tocco personale)
Scaldate il forno a 190°. Ricoprite la placca di carta da forno. Disponete sulla placca i cubetti di zucca, lo spicchio d’aglio schiacciato, i rametti di rosmarino. Salate e irrorate con poco olio. Se vi piace, cospargete di granella di pistacchio, come fosse una panatura leggera.
Infornate per 20-25 minuti. È pronta. Facile, no? E buonissima.
Da bere, Guinness, ovviamente.
Colonna sonora: qualunque cosa dei Pogues, ma se volete stare allegri, direi Fiesta. E anche i Saw Doctors, possibilmente I want you more, perché quella strofa
I want you more than a pint after closing time
per me è sempre stata l’Irlanda.
Le mie fajitas casalinghe
Ok, è finito il caldo e l’unica cosa buona è che posso iniziare di nuovo a cucinare piatti che si sposano male con i 40 gradi dell’estate appena trascorsa.
Come ad esempio le fajitas, che ho iniziato ad apprezzare durante un viaggio in Messico tanti anni fa, ho cercato in vari ristoranti messicani e poi ho imparato a fare da sola per essere autonoma nei miei craving da cucina etnica. Le adoro perché sono facili, divertenti, colorate e, se si dosano le spezie, perfette anche per i bambini.
Disclaimer: se siete cultori della cucina messicana, siete messicani o avete un parente di Acapulco, beati voi, ma sappiate subito che questa non è la ricetta originale delle fajitas; è solo il modo in cui le faccio io dopo aver sperimentato varie preparazioni; quello che trovo più semplice e gustoso. [Read more…]
Due tartare di carne ma leggere, senza uovo
Io, l’ho già scritto ovunque: che sia carne o pesce, vivrei di crudo. Per cui almeno una volta alla settimana metto in tavola una tartare che però, se di carne, è rigorosamente senza uovo. Mi piace più leggera, poco condita, così come poco condito mangio il pesce.
Se vi informate prima sui gusti dei vostri ospiti, visto che il crudo non piace a tutti, è una soluzione perfetta per una cena; ovviamente dovete avere i mai-più-senza coppapasta per servirla al meglio, ma fatto quello, il secondo vi impegnerà giusto dieci minuti. Poi basta un bel contorno, come dicono le mamme e le zie (anche un’insalatona) e siete a posto.
Io vi racconto due tra le versioni che amo di più: a voi sbizzarrirvi con altri condimenti (se però sopra ci buttate la maionese, non venite a dirmelo).
E la prossima volta parliamo di tartare di pesce. [Read more…]
Lo spezzatino con i carciofi della mamma
Stasera volevo postare la ricetta degli spaghetti con le vongole, ma siccome sono tornata da fuori surgelata e mia mamma è qui a Milano per un po’, ho pensato foste più contenti con un grande classico della cucina invernale: lo spezzatino con i carciofi, che ha appena preparato. Non è fitu faetu come le altre, cioè non lo è nei tempi di cottura; ma è davvero semplice da preparare e poi i carciofi sono buoni ovunque e comunque. Una volta rosolata la carne e aggiunti carciofi, potete dedicarvi a fare altro per un po’, e tanto basti. [Read more…]